13.7.08

Autobahn

Estratto dalla cavalcata mitteleuropea del luglio 2008

É l’una in punto e sono in um posto chiamato Domkeller, un bar che a giudicare dalla carta degli alcolici si presenta come un ritrovo di bevitori esperti qui nella culla del Sacro Romano Impero.
Fuori, a poche decine di metri, troneggia imperioso il Duomo, dichiarato patrimonio dell’umanitá dall’Unesco, al cui interno si trova la famosa Cappella Palatina, che nel database della mia memoria affiora come una cupola ottagonale di grandi dimensioni, con costolature romaniche ben evidenti, ma non ne sono troppo sicuro e forse la confondo con altre centinaia di cupole che popolano la mia testa di ex-studente di architettura.
Bizarro il destino, mi ha sbattuto qua all’incrocio di tre paesi mitteleuropei con un sostanziale ritardo rispetto ai piani di viaggio.
Marc nel suo tedesco di Oxford aveva parlato con un tale Dani con una BMW scura, il conducente del mio trasporto Amburgo-Aquisgrana, da dove sperando negli alisei avrei preso l’ultimo (e unico) autobus che mi avrebbe portato a Brussel stanotte stessa, dove Vanig mi aspettava sull’uscio di casa.
E invece il fattore sorpresa, o forse Molock come lo chiamerebbe Massi, si presenta beffardo sottoforma di un altro Daniel con un’altra BMW scura in un’altra piazzola del parcheggio della stazione di Amburgo, caricando i bagagli di altri compagni di viaggio alle 3 del pomeriggio della stessa distorta domenica.
Ecco quindi svelato l’inganno: il simpatico falso-Daniel che riceve misteriose telefonate da una ragazza che dice di aver prenotato questo viaggio e con lo stesso risoluto menefreghismo dimostrato al momento della partenza (avrá mai confermato a Marc la destinazione del viaggio?) decide di inventare una serie di balle per porre fine al fraintendimento.
Marc che tenta invano di comunicare con il sottoscritto che invece chiacchera ignaro e si rende conto delle ripetute chiamate solo quando sta percorrendo con i suoi nuovi amici una folle Autobahn tedesca, il contachilometri che oscilla costantemente tra i 180 e i 200 km/h.
La situazione piú paradossale allora é stata quando con un aplomb che piú britannico non si potrebbe mi sono sentito dire "Fabri, potresti chiedere dove state andando?"
"Perché Marc?!"
"You might be on the wrong car".
"Come la macchina sbagliata?
Maccheccazzo Marc, come diavolo ho fatto a sbagliare macchina?"
"Essen" mi dice il sorridente biondone alla mia destra mentre io lo guardo sbalordito e l'allegra compagnia ridacchia e bofonchia qualcosa in lingua germanica.
Non ci credo, é uno scherzo.
Capisco sbagliare un treno, sono tutti uguali, ti cambiano il binario e non lo sai.. Ma una macchina si riconosce, nessuno ha pensato a dire dove si andava?
Vabbé, dopo un inutile tentativo di intercettare la macchina giusta in una piazzola persa dalle parti di Hannover, completamente fuori strada per Aquisgrana, decido di andare a Essen e seguire il flusso degli eventi.
Alla fine sarei comunque dovuto arrivare qui per prendere un altro passaggio domattina all'alba per Lovanio e da lí Brussel.
Eccomi quindi nella cittá di Carlo Magno, nel frattempo ho cambiato intorno e adesso mi trovo in un nasty-bar davanti al monumento alla fermata dell'autobus dell'arch. Eisenmann (ma quanto gli sará convenuto venire dagli States per disegnare una fermata del bus qua?).
La cosa fantastica di questo locale dai banconi in legno scuri quasi come la pelle dei suoi camerieri é che resta incredibilmente aperto fino alle 6.00 di mattina ed é stato quindi scelto per ammazzare il tempo, mangrado sia popolato di strani personaggi notturni di etá e indumenti variabili, che si sono sorpresi al vedermi entrare probabilmente piú di quanto avrebbero fatto se fosse entrato un tiratore di coltelli o la donna cannone.
Sovente sento una voce maschile ostruita e gutturale venir fuori dalla sala qui a fianco, mi viene in mente il sotterraneo di Pulp Fiction dove torturano Bruce Willis e sodomizzano un negrone. Paranoia. La TV continua a trasmettere erotic lines mentre la radio manda canzoni tirolesi capaci di annientare qualsiasi pulsione sessuale, un po' come il ketchup sulla bistecca annienta l'appetito.
Fa il suo ingresso un altro pesronaggio baffuto dalle proporsioni circensi, la voce misteriosa esplode in una risata degna del motorino di avviamento di un trattore ed inaspettatamente dalla stessa stanza esce la sopracitata donna cannone, 1,50x1,50 m, tacco ben presente sul pavimento ad ogni passo..

I personaggi della notte meriterebbero un'indagine piú approfondita, quando torno in Italia voglio rivedermi tutti i servizi di Report.