6.4.12

welcome Rome


Il volo di ritorno da Barcellona é in ritardo, come ormai capita troppe volte ultimamente.
Per fortuna trovo un'amica sull'aereo che mi allieta il viaggio e si offre di darmi un passaggio in macchina fino alla metropolitana, evitandomi il noiosissimo trasbordo col "treno ad alta frequentazione" come lo chiamano le FS, cioé il trenino dell'aeroporto che non ho mai trovato molto frequentato, tranne dai controllori negli ultimi mesi dopo che si é resa pubblica la maniera di fare un biglietto da 2 euro invece di quello ufficiale di 8.
Salgo sulla metropolitana, stazione Piramide. Mi siedo sul sedile, il treno parte e subito una voce con chiara cadenza romana irrompe dai microfoni del vagone: "Si avvisano i siggnori passeggeri che la stazzione Colosseo rimará chiusa, si avv.. avvisa che la stazzione Colosseo rimará chiusa". Subito mi viene da pensare che in un altro paese la voce sarebbe stata registrata, chiara e forse anche in due lingue.
Immagino di essere uno straniero e di dover scendere a Colosseo, ammesso che abbia capito il messaggio del capotreno, e cerco la stazione piú vicina come alternativa.
Noto che le tabelle adesive delle fermate hanno goduto di una nuova grafica, forse fa parte del progetto di rinnovamento della linea, ma non sembra aver giovato alla comprensione. Dal sedile dove sono seduto vedo la tabella sulla porta di fronte, ma scorgo a malapena i nomi delle stazioni e poi qualche simbolo piccolissimo e non intuitivo: la M su fondo rosso accanto alla A su fondo arancio significa che a Termini c'é il cambio con la Metro A (bella forza, ne abbiamo solo due) poi un aereo (c'é anche l'aeroporto a Termini?) e dei pullman stilizzati che forse vogliono dire autobus, ma ce ne sono 3 e non si capisce la differenza. Un quadratino celeste con un disegnino dentro e la scritta Taxi ci dice che lí puoi uscire dalla babele del trasporto pubblico e consegnarti nelle mani di un tassista romano che ti spennerá a dovere, ma é talmente piccolo che bisogna stare veramente a un palmo dalla tabella per distinguerlo.
La logica italica non risparmia neanche l'ordine, oltre alla grafica: da Termini a sinistra i simboli sono in alto, da Termini a destra sono in basso orientati con i nomi delle stazioni, cioé a 45º. Mi avvicino un po' di piú per capire fino a che punto si sono adoperati per rendere questa tabella inservibile e scorgo le frecce che indicano il verso in cui vanno i treni, piccolissime, insieme ad altre frecce che ci dicono ad ogni fermata da quale lato bisogna uscire. Apprezzo l'impegno, ma tutto é a dimensioni minime, che da un metro di distanza anche uno come me che ha una vista da 10/10 fa fatica a decifrare. É un frattale di idiozia. Tutto questo sforzo dovrebbe servire, in teoria, ad informare per tempo un viaggiatore in difficoltá che guarda la tabella da un paio di metri piú in lá e magari con il vagone stracolmo di persone.
Per fortuna c'é la voce registrata che ci dice con puntualitá a quale stazione ci stiamo avvicinando. Evviva! penso, alla fine l'hanno fatto pure a Roma, in italiano e in inglese addirittura.
Non faccio in tempo ad esultare di patriottico orgoglio che la voce mi avvisa che stiamo arrivando a Santa Maria del Soccorso. Ma come? Abbiamo superato Pietralata e non me ne sono accorto?
Guardo fuori e i cartelli della stazione dicono Castro Pretorio.. ok questa la so, hanno sfasato le fermate, un po' come i film doppiati in male: la bocca si muove, le parole arrivano dopo.
Peró c'é qualcosa di geniale o di diabolico nel nastro, perché quando la voce annuncia Rebibbia, ma in realtá siamo a Bologna, mi aspetto che alla prossima stazione ricominci il giro da capo. Invece no, vengo smentito, la voce dice "prossima fermata Stazione Tiburtina" che é vero! Ma allora chi é che si diverte a sminchiare il nastro? Qualcuno evidentemente lo fa apposta, perché al momento di annunciare Pietralata, la mia fermata, dice Policlinico.
Ci rinuncio, ringrazio i trasporti comunali, esco e cammino verso casa, l'odore della primavera mi dá il benvenuto dalle grate delle corti dei vecchi alloggi del Tiburtino 3º. Questo a Barcellona mi mancava.