18.9.09

E.V.A. : 30 giorni


A un mese esatto dalla prima picconata il cantiere si presenta nel seguente stato: 2 solette in calcestruzzo gettate 20 giorni fa per le prime 2 case; struttura lignea della prima casa (Piero) completata a terra in attesa della fornitura di bulloni per l'ancoraggio; struttura lignea della seconda casa (Dario) da finire di sagomare e da montare; impianti generali da terminare e tracce de richiudere.
Negli ultimi due giorni è sorto il basamento di una costruzione spontanea in legno e balle di paglia portanti, a dimostrazione che nel nostro paese non esiste edilizia ufficiale senza edilizia abusiva, una varicella che si manifesta in maniera omogenea e diffusa sull'epidermide italiana.
La cosa più interessante è che a trasmetterla qui è stato il nostro capocantiere Caleb, un sangue misto metà irlandese, metà americano e metà neozelandese, ma la metà più influente (e sono quattro, infatti Caleb è due uomini in uno) è quella italiana, divisa tra Veneto e Puglia che insieme l'hanno accolto per quasi 20 anni.
Bisogna dare ragione a Darwin quindi e ammettere che l'abitudine modifica i comportamenti e la fisionomia e chissà che i figli di Caleb, che crescono liberi nelle campagne della Valle d'Itria, non comincino a manifestare già in giovane età una qualche singolare destrezza da gente del Sud, rapidi movimenti di mano, faccia tosta e cosi via.
Quella che chiameremo baracca di cantiere sarà una casa provvisoria ma a tutti gli effetti, comoda e funzionale, destinata ad accogliere Caleb e la sua ancella Irene fino alla fine del cantiere, ovvero fino a quando tutte le 7 case troveranno i loro occupanti. Sarà anche la prima ad essere ultimata e l'unica ad essere distrutta, a testimonianza dell'incongruenza e dell'arretratezza del sistema legale (direttamente legato al sistema culturale) del nostro Belpaese.

17.8.09

E.V.A. : prima pietra


Oggi si aprono più o meno ufficialmente (il concetto è alquanto relativo ed interpretabile in un paese come il nostro) i lavori per il cantiere dell'Eco-Villaggio Autocostruito a Pescomaggiore (AQ).
Dopo due mesi di studi, ricerche, burocrazia e sforzi organizzativi finalmente il primo movimento terra inaugura la realizzazione di 7 case per gli abitanti del nucleo che rifiutano le case del governo per restare vicino al luogo dove hanno sempre vissuto.
E' un passo importante per chi crede che le decisioni prese dall'alto non tengono conto delle esigenze del singolo cittadino o delle comunità isolate come in questo caso.

www.pescomaggiore.it

2.8.09

Chi pecora si fa, lu lupo se l'ha da magnà

E noi mangiamo pecore a più non posso. Non ce ne serviamo più neanche per prendere sonno, visto che ci saltellano dentro insistentemente.
E' la ninnananna dei nostri stomaci crepati da cibo e genziana, malgrado l'intento di rimanere asciutti e magri quel poco che basta per giustificare l'apparenza di architetti affamati e la nostra missione abruzzese fatta di volontà e volontarietà. La piscina comunale dell'Aquila al modico prezzo di euro 2 ad entrata ci dà un pretesto per lavarci e per fare un po' di attività fisica, le quali cose cominciano ad essere una rarità per lo stile di vita che osserviamo.
L'Abruzzo così geneticamente vicino ai miei globuli rossi da un paio di mesi è mi entrato in circolo, ne apprezzo e riconosco pregi e difetti: la grande magnanimità e la forza della sua gente, ma anche la devozione al caso e la lentezza dell'accadere che fa degli aquilani una parte, seppur estrema, dell'antico e borbonico Regno di Napoli.

Alle bizze del mio compagno di ventura, di abitudini nettamente più pratiche e produttive, faccio fronte con un approccio paziente e fatalistico che solo chi pensa costantemente di essere in un altro luogo lontano migliaia di km può mantenere. Il lavoro procede, anche se la convivenza coatta ogni tanto sfocia in malintesi o nervosismi, non ho mai passato così tanto tempo nemmeno con una donna, figuriamoci con un uomo! Figuriamoci poi dopo 7 mesi a viaggiare da solo in Sudamerica!

30.7.09

Chi di notte cavalca

Chi di notte cavalca, el dì conviene
c'alcuna volta si riposi e dorma:
così sper'io, che dopo tante pene
ristori 'l mie signor mie vita e forma.
Non dura 'l mal dove non dura 'l bene,
ma spesso l'un nell'altro si trasforma.

(Michelangelo Buonarroti)


Giovedì scorso nella piana di Fossa la genuinità del circense Vinicio Capossela ha cantato per L'Aquila la sua musica fatta di proverbi antichi, sagre paesane, sapienza e folklore popolare.
Le note del banjo davano il ritmo del cuore dell'Abruzzo, che riprende a camminare lentamente come in un western, con cavalli al passo verso il prossimo paese.

http://www.goear.com/listen/c6c0d9d/la-faccia-della-terra-vinicio-capossela

14.7.09

studiomobile

La realtà si fa sempre più italica quando l’occasione di collaborare con la Protezione Civile per le verifiche di agibilità dopo il terremoto in Abruzzo lancia quattro indomiti architetti nel loop della ricostruzione. Le modalità sono talmente atipiche ed improvvisate che subito uno e poi un altro compagno si dicono incerti e successivamente si chiamano fuori dall’avventura.
Rimaniamo quindi solo Paolo ed io a ricontattare i personaggi che avevamo conosciuto durante le verifiche, a cercare un posto dove sistemare il nostro Studiomobile e a figurarci un possibile soggiorno estivo a L’Aquila.
In una settimana l’incoscienza diventa realtà: abbiamo una piazzola con elettricità in un agricampeggio dove tutti sembrano simpatici ed affabili, persino i gestori; abbiamo uno studio ben saldo a terra (grazie a una ventina di picchetti piantati qua e là) a prova di vento e di pioggia e decentemente areato; abbiamo una quantità immonda di insetti che ci camminano su tavoli, sedie e computer, ma è il richiamo della natura e noi ne siamo pregni; abbiamo un costruttore abruzzese sincero e taciturno, un uomo tutto di un pezzo, che ci ingaggia come tecnici di fiducia e ci incarica da subito di un paio di lavoretti burocratici tanto per farci le ossa; abbiamo una possibile collaborazione per la progettazione partecipata e l’autocostruzione delle zone distrutte, case in legno antisismiche, che è la cosa che più ci attira. Abbiamo tutto per essere esaltati e fiduciosi, ma passando per la porta del Progetto C.A.S.E. un giorno non sospetto riceviamo una proposta che ci lascia attoniti: lo zampino del diavolo, la tentazione, il peccato di gola.
Saremmo stupidi a non farci prendere dal dubbio e a non considerare l’ipotesi, ma le new town berlusconiane come le chiamano non sono il motivo per cui siamo qui, anzi lo è l’esatto opposto. Quindi si decide di continuare per la strada buona, quella dell’aiuto alla comunità, della relazione con le realtà locali, della collaborazione e della ricostruzione partendo dal basso, dagli abitanti.
Alla luce di tutto ciò, considerato nottetempo che sì quel gruzzolo promesso dal progetto governativo mi avrebbe fatto comodo assai e non lo nego (mi vedevo già a passare il capodanno su un’isola tropicale), aldilà della questione morale, se proprio la si vuole considerare, di non riuscire a guardare in faccia la gente al momento di ammettere di lavorare per le invise case del berlusca, mi sono felicemente sorpreso a dichiararmi pazzo nel pensare di stare chiuso in un ufficio dalle 6 alle 21 per i prossimi 6 mesi. Un sogno mattutino rivelatore, come sempre la notte porta consiglio.

4.5.09

Transitalica

Tornato a Roma dopo le campagne brasiliensi, senza nemmeno un arco da attraversare che gli consenta di celebrare da vincitore il ritorno in patria dopo aver sconfitto nemici (ladroes, coxinhas, balas perdidas) ed avversità (piriguetes, colera e mosche tze-tze), il divus Fabritius si riversa nell'attività del coltivo degli horti Saviniani nella dimora di famiglia.
Successivamente si reca in Sabina per i canonici riti pasquali, sapendo che il breve riposo sarà di preparazione al viaggio in Gallia Cispadana già programmato.
A Florentia per una breve sosta lascia riposare i cavalli e ne approfitta per rivedere il vecchio commilitone della guerra germanica, l'asceta filo-orientale Iohannes Mistus.
A Mediolanum viene accolto nel castrum del fraterno amico Eric Sciumbatax, da dove osserva con preoccupazione la crisi dell'impero e l'avvenire incerto dei principii su cui è stato fondato.
Attraversando la landa prealpina incotra a Venetia il suo fratello di sangue Maximus Petriboni, anche lui reduce dall'annus sambaticus, con cui intraprende delle scorribande notturne per la città lagunare fino a Patavium dove, ospiti del console Paulus Robatia, si pianifica e ci si arma per il bellum Abrutii.
Dopo un rapido passaggio per Urvinum e Ariminum per rifocillarsi e godere dell'ospitalità delle regine Cinthya e Iohanna i divi fanno rotta verso il confine tra Vestini e Sabini, dove pare che si sia aperta una faglia improvvisamente trasformatasi in tremore distruttivo.
Concilio fissato per il giorno 5 maggio nell'accampamento di Pianola.

30.3.09

Apollinaire

""Now and then it's good to pause in our pursuit of happiness and just be happy."