30.3.09

Apollinaire

""Now and then it's good to pause in our pursuit of happiness and just be happy."

29.3.09

Italia: l'avventura comincia adesso

Sono passati due giorni dal rientro, oggi per la prima volta ho messo il naso fuori di casa per vedere la mia nipotina e per smazzarmi due ore di macchina senza senso.
Impressioni a caldo.
- Al risveglio dentro al mio letto sembra che sia stato tutto un sogno. Ritrovo tutto uguale, lo stesso caos, le stesse parole, gli stessi dibattiti alla TV. Poi guardo dentro l'armadio gli oggetti appartenenti al viaggio e resto a contemplare per qualche minuto, chiedendomi da dove ricominciare.
- Fa freschetto, il cielo è cupo, la gente veste grigio o nero, osservo che di notte distinguevo più facilmente un negro a Salvador che un italiano a Roma (fondamentale per preservare la mia incolumità). Questo paese ha bisogno di colore, non bastano le cravatte a pallini.
- Sono tutti brutti, probabilmente anche io, o forse è solo l'espressione della crisi che peggiora la percezione.
- Non si riesce più a parcheggiare la macchina.
Mi prendo questo fine settimana di riposo, in fondo è stato un viaggio lungo e stancante.
Lunedì ricominceremo da capo.

20.3.09

Tour del Nordeste (parte III) - Da Recife a Salvador

Lascio Recife per fuggire all'inerzia e alla stanzialitá che cosí poco si addicono al viaggiatore e arrivo a Porto de Galinhas, villaggio costiero dall'acqua cristallina, che deve il nome alla pratica di importare gli schiavi nascondendoli sotto casse di pollame per evadere i controlli e la legge che abolí la schiavitú nel 1888.
Uno dei piú bei mari visti finora, ottimo per le famiglie con prole, con scogliere davanti la spiaggia piene di pesci per nulla spaventati dalla presenza umana.
Dormo un una pousada economica, con l'inconveniente del propietario gay che ci prova costantemente con il sottoscritto per tutti e 4 i giorni di permanenza, con burle dal giocoso al volgare, ma io non mi faccio intimidire e vado via solo quando il mio calendario lo prevede.
Per uomini coraggiosi o che cercano nuove esperienze, chiedere del Albergue do Alberto, vicino la strada principale. Per uomini che invece preferiscono le sane e vecchie tradizioni, chiedere di William, che per 300 R$ vi presenta delle attraenti amiche di Recife..
Decido di improvvisare un po' e mi fermo una notte a Maragogí, che é un altro pezzo di costa da cartolina, specialmente camminando verso Barra e passando per il mangue ed il morro adiacenti.
Nella macchina a lotação (riempimento) che il giorno dopo mi porta a Maceió conosco due argentine con cui esco la sera per la capitale di Alagoas, piuttosto morta all'apparenza, e con una spiaggia abbastanza sporca.
Una notte é sufficiente, anche perché la mattina seguente la recepcionista ci avvisa che per incomprensibili motivi di amministrazione la pousada é costretta a chiudere all'istante, ed io che sono andato via presto non ho vissuto l'esperienza degli altri ospiti, costretti a calare le valige dalla finestra e a scendere con i lenzuoli legati..
Cose da Brasile. Nel frattempo mi dirigevo a Penedo, altro posto intriso di storia adagiato sul fiume São Francisco, il terzo piú grande del paese ed il piú importante per la formazione e la storia nazionale. Il panorama é bello e differente, il fiume é una via d'acqua navigabile che collega la costa atlantica con l'arido Sertão dell'interiore e che dá il miraggio di quel minimo di prosperitá e sviluppo che il Nordeste ancora sta aspettando.
Anche qui mi fermo solo un giorno, il tempo stringe ed io voglio arrivare a Salvador per l'ultima settimana di viaggio.
Ad Aracajú sono ospite di Fatima e famiglia e vengo trattato benissimo, mentre la sera mi affido ai piani di Selma e dei suoi amici.
Ottimo ambiente, le persone sono tutte simpatiche e socievoli, ormai non mi sorprendo piú, e la cittá é ben organizzata e si lascia conoscere facilmente (in macchina, ovviamente).
Resto 4 giorni e prima di rientrare a Bahia tento una disperata sortita a Mangue Seco, ma il mio percorso alternativo si schianta inesorabilmente contro la prua di una barca troppo onerosa per un solo giorno di permanenza, quindi desisto e faccio rotta a Salvador, prima e ultima tappa delle Braziladventures.

19.3.09

Carnaval

I miei calcoli balistici prevedevano di essere in Pernambuco per carnevale, ed é cosí che arrivo distrutto dal caldo e dal sonno a casa di Aline a Recife.
Dopo un paio di giorni di adattamento mi ritrovo in compagnia di un gruppo di amici di Teresina che mi accolgono come compade e mi coinvolgono con la loro allegria e con la complicitá del carnevale brasiliano, che in qualunque posto del paese é un pretesto per far festa una settimana, non lavorare e compromettere la salute a colpi di birra, danze e musica.
In particolare il carnevale di Olinda é famoso per essere uno dei piú tradizionali e piú belli che si celebrino in strada, anche perché la cittá stessa, che é quasi un quartiere satellite di Recife, é una gemma dell'architettura coloniale ed é piacevole da girare a piedi.
É difficile descrivere la festa e l'atmosfera durante questo periodo, sembra quasi un San Juan continuo per chi ha vissuto sulla costa spagnola, o un concerto del 1 Maggio lungo 5 giorni per chi é mai stato in piazza San Giovanni a Roma.
Ogni giorno sfilano differenti blocos (gruppi di musicisti con parecchie persone al seguito che fanno il giro della cittá antica) ed ognuno ha la sua tradizione, il suo ritmo e i suoi seguaci.
Al contrario di come si potrebbe pensare qui il carnevale non é samba, che é relegato solo ad alcuni palchi e alle sfilate di Rio e São Paulo, ma Frevo e Maracatú.
Il primo é una musica piú melodica che ritmica e viene ballata saltando su e giú e a destra e a sinistra nella maniera apparentemente meno coordinata possibile (agli occhi di un profano come me sembrava parente di quei buffi balli irlandesi come in un famoso clip di Bob Geldof).
Il secondo é un ritmo di origine africana in cui uomini e donne indossano un pesante tamburo e riescono addirittura a danzare con esso, seguiti da ragazze munite di xequêrês e cantanti vari.
Incredibilmente il popolo, abituato com'é sin dall'infanzia, regge benissimo le temperature proibitive delle sfilate diurne tanto quanto gli acquazzoni tropicali che hanno spesso bagnato i concerti in piazza di notte; il tutto senza riposarsi, spintonandosi, dormendo lo stretto necessario, alimentandosi piú o meno e bevendo litri di liquidi prevalentemente alcolici.
É un miracolo che non ci siano pestaggi a catena e morti qua e lá, il sangue caldo degli italiani non reggerebbe a prove cosí estreme!
Ma tant'é, la festa é di tutti ed é stato piacevolissimo condividerla con delle persone allegre, affabili e disponibili. Aline in particolare mi ha convinto a restare qualche giorno in piú a casa per poter godere del post-carnevale e riposare un po', un ringraziamento speciale come speciale é stata la nostra sintonia durante questi giorni.