20.3.09

Tour del Nordeste (parte III) - Da Recife a Salvador

Lascio Recife per fuggire all'inerzia e alla stanzialitá che cosí poco si addicono al viaggiatore e arrivo a Porto de Galinhas, villaggio costiero dall'acqua cristallina, che deve il nome alla pratica di importare gli schiavi nascondendoli sotto casse di pollame per evadere i controlli e la legge che abolí la schiavitú nel 1888.
Uno dei piú bei mari visti finora, ottimo per le famiglie con prole, con scogliere davanti la spiaggia piene di pesci per nulla spaventati dalla presenza umana.
Dormo un una pousada economica, con l'inconveniente del propietario gay che ci prova costantemente con il sottoscritto per tutti e 4 i giorni di permanenza, con burle dal giocoso al volgare, ma io non mi faccio intimidire e vado via solo quando il mio calendario lo prevede.
Per uomini coraggiosi o che cercano nuove esperienze, chiedere del Albergue do Alberto, vicino la strada principale. Per uomini che invece preferiscono le sane e vecchie tradizioni, chiedere di William, che per 300 R$ vi presenta delle attraenti amiche di Recife..
Decido di improvvisare un po' e mi fermo una notte a Maragogí, che é un altro pezzo di costa da cartolina, specialmente camminando verso Barra e passando per il mangue ed il morro adiacenti.
Nella macchina a lotação (riempimento) che il giorno dopo mi porta a Maceió conosco due argentine con cui esco la sera per la capitale di Alagoas, piuttosto morta all'apparenza, e con una spiaggia abbastanza sporca.
Una notte é sufficiente, anche perché la mattina seguente la recepcionista ci avvisa che per incomprensibili motivi di amministrazione la pousada é costretta a chiudere all'istante, ed io che sono andato via presto non ho vissuto l'esperienza degli altri ospiti, costretti a calare le valige dalla finestra e a scendere con i lenzuoli legati..
Cose da Brasile. Nel frattempo mi dirigevo a Penedo, altro posto intriso di storia adagiato sul fiume São Francisco, il terzo piú grande del paese ed il piú importante per la formazione e la storia nazionale. Il panorama é bello e differente, il fiume é una via d'acqua navigabile che collega la costa atlantica con l'arido Sertão dell'interiore e che dá il miraggio di quel minimo di prosperitá e sviluppo che il Nordeste ancora sta aspettando.
Anche qui mi fermo solo un giorno, il tempo stringe ed io voglio arrivare a Salvador per l'ultima settimana di viaggio.
Ad Aracajú sono ospite di Fatima e famiglia e vengo trattato benissimo, mentre la sera mi affido ai piani di Selma e dei suoi amici.
Ottimo ambiente, le persone sono tutte simpatiche e socievoli, ormai non mi sorprendo piú, e la cittá é ben organizzata e si lascia conoscere facilmente (in macchina, ovviamente).
Resto 4 giorni e prima di rientrare a Bahia tento una disperata sortita a Mangue Seco, ma il mio percorso alternativo si schianta inesorabilmente contro la prua di una barca troppo onerosa per un solo giorno di permanenza, quindi desisto e faccio rotta a Salvador, prima e ultima tappa delle Braziladventures.

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