I miei calcoli balistici prevedevano di essere in Pernambuco per carnevale, ed é cosí che arrivo distrutto dal caldo e dal sonno a casa di Aline a Recife.
Dopo un paio di giorni di adattamento mi ritrovo in compagnia di un gruppo di amici di Teresina che mi accolgono come compade e mi coinvolgono con la loro allegria e con la complicitá del carnevale brasiliano, che in qualunque posto del paese é un pretesto per far festa una settimana, non lavorare e compromettere la salute a colpi di birra, danze e musica.
In particolare il carnevale di Olinda é famoso per essere uno dei piú tradizionali e piú belli che si celebrino in strada, anche perché la cittá stessa, che é quasi un quartiere satellite di Recife, é una gemma dell'architettura coloniale ed é piacevole da girare a piedi.
É difficile descrivere la festa e l'atmosfera durante questo periodo, sembra quasi un San Juan continuo per chi ha vissuto sulla costa spagnola, o un concerto del 1 Maggio lungo 5 giorni per chi é mai stato in piazza San Giovanni a Roma.
Ogni giorno sfilano differenti blocos (gruppi di musicisti con parecchie persone al seguito che fanno il giro della cittá antica) ed ognuno ha la sua tradizione, il suo ritmo e i suoi seguaci.
Al contrario di come si potrebbe pensare qui il carnevale non é samba, che é relegato solo ad alcuni palchi e alle sfilate di Rio e São Paulo, ma Frevo e Maracatú.
Il primo é una musica piú melodica che ritmica e viene ballata saltando su e giú e a destra e a sinistra nella maniera apparentemente meno coordinata possibile (agli occhi di un profano come me sembrava parente di quei buffi balli irlandesi come in un famoso clip di Bob Geldof).
Il secondo é un ritmo di origine africana in cui uomini e donne indossano un pesante tamburo e riescono addirittura a danzare con esso, seguiti da ragazze munite di xequêrês e cantanti vari.
Incredibilmente il popolo, abituato com'é sin dall'infanzia, regge benissimo le temperature proibitive delle sfilate diurne tanto quanto gli acquazzoni tropicali che hanno spesso bagnato i concerti in piazza di notte; il tutto senza riposarsi, spintonandosi, dormendo lo stretto necessario, alimentandosi piú o meno e bevendo litri di liquidi prevalentemente alcolici.
É un miracolo che non ci siano pestaggi a catena e morti qua e lá, il sangue caldo degli italiani non reggerebbe a prove cosí estreme!
Ma tant'é, la festa é di tutti ed é stato piacevolissimo condividerla con delle persone allegre, affabili e disponibili. Aline in particolare mi ha convinto a restare qualche giorno in piú a casa per poter godere del post-carnevale e riposare un po', un ringraziamento speciale come speciale é stata la nostra sintonia durante questi giorni.
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