23.9.08

Chapada Diamantina

É passato appena 1 mese, ho fatto solo una manciata di chilometri e giá sono in ritardo sulla tabella di marcia. Il mio soggiorno a Capão é durato piú del previsto, ma ne é valsa la pena.
La Chapada é un luogo particolare, secondo i brasiliani magico e con zone di forte energia, per questo decido di fare un'escursione di 3 giorni per canyon lussureggianti, fiumi oscuri e panorami mozzafiato.
Il mio posto di accoglienza é un trullo col tetto di paglia gentilmente offertomi da un contatto di seconda mano, Lorena, una ragazza che ha deciso di ritirarsi qui per qualche mese e mettere nero su bianco la sua esperienza di vita che vuole esorcizzare.
La mia guida é un apparentemente poco affidabile rastaman che dopo una chiaccherata sull'altopiano scopro essere il fratello di una cara amica che ho conosciuto anni fa a Barcellona.
Il mio abbigliamento é nella piú classica semplicitá nazionale: maglietta, bermuda e immancabili infradito, la qual cosa mi stupisce e mi fa venire in mente che la stessa scampagnata, fatta con i miei amici di sempre con le manie di sempre, avrebbe ostentato luccicanti attrezzature da scalata e da attivitá no limits tipo goretex, protezioni in carbonio, zip in titanio, ecc.
Ma no, i brasiliani sono easy going, per questo neanche chiedo se ci sono bestie particolari da cui proteggersi, se é pericoloso mi avrebbero avvisato, scemo che sono!
Non faccio in tempo a pensarlo, che subito un serpente fa capolino da un sasso attraversando la strada di una componente del gruppo.. Ma come, ci sono i serpenti e andiamo su in sandali?
"Ma vuoi mettere le scarpe con questo caldo?" mi sento rispondere.
Niente da fare, se facessero 30 gradi i baiani andrebbero pure sull'Everest vestiti da spiaggia.
A parte questi dettagli, la trilha (si pronuncia come il pesce, ma vuol dire sentiero) é davvero bella: si passa per boschi tropicali, pianure ampie e ventose, si attraversano letti di fiumi placidi per poi stupirsi quando uscendo dal tratturo si apre davanti lo spettacolo di una gola con cascata annessa, vento e aquile che volano lassú in alto.
É davvero un posto pieno di energia e non solo perché lo dicono i brasiliani, che si svegliano la notte per veder sorgere la luna o stanno in contemplazione davanti a una cascata come se fosse un balletto del Bolscioi.
La trilha si svolge come una passeggiata per l'orto botanico, qua e lá conosciamo nuove essenze arboree, mangiamo bacche al sapor di caffé e altre simili a mirtilli, beviamo l'acqua dei ruscelli, insomma piena natura, ritorno al paleolitico, mi ricorda quando ero lupetto.
Gli ultimi 2 giorni a Capão sono stati arricchiti dalla visita di un'amica, puro relax per prepararsi di nuovo al viaggio.

One month has passed and I'm already late on the timetable. My journey in Capão was a bit long, but the Chapada Diamantina (Shah-pah-dah Jah-man-chee-nah) is a place really peculiar, many brazilians say it's somekind magic, for this reason I decide to make a 3 days trip in the canyons.
My accomodation is a straw roofed hut kindly offered by a friend of a friend, Lorena, who decided to come here for a time and write down her personal life experience.
My guide is an apparently unreliable rastaman that lately I discovered to be the brother of a good friend of mine in Barcelona.
My clothing is the national way: t-shirt, shorts and unfailing flip-flop, that make me think about my best friends in the same situation: everywhere would be full of technical stuff like goretex, carbon fiber and titan gadjets. But brazilians are easy going, even when a snake crossed the path making one of them scream and jump.
"There are snakes and we wear sandals?" I asked.
"You wanna put on shoes with this hot?" was the answer.
Cool, people from Bahia could climb even the Everest in bermuda if it were warm enough.
Anyway the trip was really great: we walked through tropical forests and windy fields, we crossed cold rivers and wandered when behind a bush we found the mangnificent view of a canyon with waterfalls and eagles flying high.
It is really a place full of energy and not only for the brazilians, whom wake up in the middle of the night just to see the moon rising or stare at a waterfall as it were a ballet of Bolshoi.
The excursion went on like a visit at the botanic garden, knowing new plants, eating flavourred berries, drinking the water of the rivers, it was a return to my childhood of boy scout.
The last 2 days had been really relaxing with the presence of a friend who came over and the help of Lorena, which I have to thank for her kindness.

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