1.10.08

Brasilia (Bra-see-leah)

La capitale degli stati uniti del Brasile, dell'impero del Samba, delle mulatte e di Ronaldo é una cittá creata negli anni '50 con l'unica funzione di amministrare un paese enorme e diverso, monolingua ma multiculturale. A pensarci le analogie con l'impero romano sono piú di una: libertá di culto con prevalenza cristiana cattolica, molteplici razze che parlano ufficialmente la stessa lingua, territorio da sfruttare quanto ne vuoi, razzismo che equivale a miseria, quindi in chiave sociale. Anche perché tra bianchi, neri, indios, tedeschi, italiani, giapponesi etc. é ben difficile fare una differenza, la razza pura non esiste. Che hanno fatto i furbi uomini di potere? Si sono aggrappati a una profezia di Don Bosco per fondare una cittá proprio qui, nel mezzo del nulla, per sottrarre alle cittá di costa il predominio politico e per ripulire l'immagine del Brasile dalle differenze sociali e dalla delinquenza.
Il mio contatto qui é una ragazza che si chiama Lucilene, brasiliana si São Paulo ma con alle spalle 7 anni di vita in Europa, nientemeno che in Svizzera. Mi riceve con educazione ed entusiasmo, mi dá una saponetta per evitare che sporchi couchsurfers come me utilizzino la sua, é tranquilla e affabile, lo stereotipo dell'ospite perfetto. Mi sento subito a casa.
Ho ricorso alla web in questo caso per 2 motivi: é sempre buono conoscere i locali, inoltre Brasilia ha la peculiaritá di essere stata pensata per compartimenti stagni: qui gli edifici di governo, lí gli alberghi, di lá i ristoranti, piú giú le case.
In pianta ha la forma di un enorme aeroplano generato da 2 assi viari che si intersecano nella stazione degli autobus, sull'asse est-ovest (plano piloto) gli edifici di rappresentanza, su quello nord-sud (asas) la gente che ci vive. Per questo mi dicono che le pensioni sono un problema, perché non possono stare nella zona alberghi per ovvi motivi di dignitá, ma nemmeno nelle aree delle case, il piano lo impedisce. Si ipotizzava di andare a bussare alle porte delle case sospette chiedendo della sig.ra Pousada, magari qualcuno ci avrebbe accolto.
A parte questo la cittá arrivando dalla stazione dei treni sembra quella parte dell'Eur di Roma celata dai musei, dietro al Pigorini per esempio, con grandi viali semideserti e parcelle inedificate che aspettano solo i contributi statali per continuare a seguire il progetto di Niemayer in una urbanizzazione infantile e obsoleta, tutto in nome del suo ruolo e del suo status. Brasilia infatti é l'unica cittá del XX secolo ad essere inclusa nella lista di patrimonio dell'umanitá dall'UNESCO (insieme al culo delle brasiliane, di cui ho personalmente proposto la candidatura).
Il secondo giorno nientemeno che l'ambasciatrice CS di Brasilia, Ana, mi scarrozza per la cittá in macchina, gran lusso qui che i quartieri non esistono, ci sono solo delle quadras enormi, ciascuna delle quali é formata da diversi edifici con delle strade di pertinenza ed é separata dalla quadra successiva da strade piú grandi che chiamano comercial. É evidente che per un brasiliense il concetto di centro storico, di lattaio o di sampietrino assume un significato assolutamente fiabesco.
Le notti sono trascorse in locali di samba, giocando a biliardo (tutti bravissimi da queste parti) o semplicemente bevendo decine di birre e spendendo tutti i soldi che ho potuto risparmiare come free-host. Fantastico, non chiedevo di meglio. http://www.couchsurfing.com/
Alla fine questo posto ha un'aria familiare, un enorme Villaggio Olimpico di Roma; é forse l'unico esempió di cittá contemporanea funzionante, avendo una macchina sarebbe piacevole e per nulla straniante vivere qua, oltretutto la gente ha portato dai suoi luoghi d'origine quella gentilezza e quella disponibilitá che ritrovo sempre piú spesso in questo Brasile dai mille volti.

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