Piove nel pau de arara, un furgone 4x4 adibito a trasporto persone, che siedono su scomodissimi assi di legno che somigliano al trespolo dei pappagalli, il pau di arara appunto. Si arriva a Fortaleza e Eduardo e Adrian mi guidano dritti dritti verso l’ostello piu economico, che e’ anche uno dei peggiori, se non ilpeggiore in cui sono stato. Un sabato sera a chiaccherare in piazza tra adolescenti alticci e bulli con auto truccate tutt’intorno, qualche locale chic dove si dice che gli italiani la facciano da padrone, pacchetto completo di hotel con piscina, alcol a strafottere e giovani autoctone per compagnia (astrafottere pure loro, infelicemente).
Via con Edu quindi verso Canoa Quebrada, dove sfruttiamo la dritta delle carioca conosciute a Jeri e andiamo nella pousada di un italiano, Ettore, che ci accoglie con simpatia e ci tratta bene. pousada-alternativa@hotmail.com
La spiaggia e’ bella e la cosa piu intrigante sono i bar su palafitte che con l’alta marea restano sospesi sull’acqua. Il posto in se non offre molto di piu, a parte la quantitá inverosmile di ristoranti italiani. Ettore ci racconta qualche aneddoto e lascia trasparire unpo’ di saudade per i buoni amici lasciati in Italia.
Mi separo da Edu e vado alla ventura con rotta Galinhos, villaggio di pescatori perso sulla costa in direzione Naltal. Il posto e’ bellissimo, una lingua di terra che separa il fiume dal mare con un faro solitario piantato nella punta. Meritava il giorno e mezzo di viaggio e le peripezie affrontate, aspettare fiduciosi sulla statale il passaggio di qualche trasporto che mi portasse, prendere passaggi da nordestini rilasatissimi che si dimenticano dimettere benzina e che poi cercano carburante di contrabando da qualche meccanico losco, ecc.
Vicissitudini di questo continente, sono munito di bizantina pazienza e qualsiasi evento che non pregiudichi la mia salute é solo una ulteriore storia da raccontare. Peccato che il turismo economico non sia sviluppato qui per colpa di agenzie che organizzano gite giornaliere da altri posti, quindi le pousadas non sono all’altezza del prezzo che propongono.
Faccio tappa a Natal fiducioso. Mi viene consigliato un ostello che e’un castello finto-gotico con tanto di ponte levatoio all’ingresso. Litigo subito con il personale alla reception per una serie di dettagli che non condivido e per alcuni obblighi e inadempienze dell’ostello stesso. A parte questo, si rivela un’ottima base da cui prenotare escursioni diarie per tutta la costa intorno a Natal (cfr.Galinhos), anche se il mio stile di viaggio non contempla questi tour comulativi dove si fa quello che ti dicono di fare.
Per questo decido di andare via prima, non senza aver fatto tappa a Pirangí per ammirare il piu grande albero di caju del mondo, una specie di alterazione genetica che si estende su un intero isolato eche continua a crescere divorando case e strade e trasformandosi nel piu incorruttibile urbanista che la citta abbia conosciuto.
Sono di nuovo in compagnia di Adrian, che ho ritrovato nell’ostello-castello. Si va a Pipa, altro must del litorale nordestino, dove appena arrivatici concediamo un bagno tra i surfisti e un tramonto con effetti speciali, birra al tavolo e musica dolce. Pipa non ha la magia di Jeri, ma le spiagge sono molto piu goduriose per chi come il sottoscritto ama il mare agitato e le onde che sbattono sul bagnasciuga. I surfisti locali sono l’emblema della semplicitá, escono di casa in costume e tavola, montano sull’autobus e scendono direttamente in spiaggia.
Ottime feste notturne, stranieri sempre presenti e buon ambiente, con addirittura la compagnia dei delfini se si nuota a qualche decina di metri dalla riva. Ci tornerei volentieri.
Breve tappa a Joao Pessoa , che non e’ inclusa nelle principali rotte turistiche del Brasile e forse e’ un bene. E’ la terza citta’ piu vecchia del paese, ma oltre a questo (e a qualche piacevole passeggiata per il centro storico) possiede spiagge bellissime ed incredibilmente varie, dove il turismo e’ per lo piú locale. Ce n’é anche una naturista, che in Brasile é una raritá. Per goderne appieno con Ellen (che ha dedicato il suo fine settimana alla mia causa) affittiamo una macchina e ne visitiamo alcune, facciamo il bagno nel fiume e mangiamo dell’ottimo granchio nelle capanne sulla spiaggia. La domenica mi é toccato anche dare sfogo alle fantasie femminili e travestirimi da donna per la rinomata festa delle Virgens do Tibaú, ma ormai sono brasiliano..
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1 commento:
grandissimo Fabri sei il mio mitoooooo
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