Ebbri di notti carioca, Capitan Mass ed io ci dirigiamo verso Paraty, porto di schiavi e pietre preziose prima che venisse costruito il nuovo cammino che arrivava a Rio e che agevolava di 15 giorni il trasporto. La cittá é oggettivamente bella, ma piú che altro é ben mantenuta; le case hanno 1 o 2 piani al massimo e questo le rende rare in Brasile. Vedendo le vecchie foto di Rio viene da pensare che i destini potevano essere invertiti, qui grattacieli e traffico e lí (a Rio) casette basse, palme e selciato. Ma la geografia troppo spesso decide le sorti dei luoghi, cosí Paraty é rimasta un tranquillo paesino custode di piccoli misteri.
Il primo é che c'é gente che non sa ce ci sia il mare, anche se il mare con l'alta marea entra ed allaga la strade alla stregua di Venezia con l'acqua alta. Perché i portoghesi non abbiano costruito degli argini piú alti per evitare questo scomodo inconveniente ce lo stiamo ancora chiedendo.
Il secondo mistero é legato alle grafie che appaiono in moltissimi edifici e agli angoli delle strade. La "decepcionista" dell'ostello ci dice che sono simboli massonici, qui la presenza di sette era ed é costante, al punto che lei ammette che suo nonno, possessore di una bella fazenda lí vicino, é un affiliato. Tutto ció rende piú intrigante questo tranquillo porticciolo che vive di turismo e assai piú interessante la decepcionista che oltre a essere carina e simpatica é anche di buona famiglia! Comunque noi siamo esploratori del terzo millennio e preferiamo andare alla ricerca di spiagge nascoste a Trinidade (bellissima) o di comunitá nere nei quilombo, peccato solo che il tempo non fosse propizio a godere il mare di queste parti o le cascate che sono ormai una compagnia costante delle nostre escursioni.
Da Paraty che fa rima anche con l'ultimo açai degustato, la mia strada e quella di Massi si dividono, lui in rotta verso nord per l'imminente ritorno in Italia, io a sud alla ricerca di nuove ed emozionanti avventure. Un saluto noparico e la promessa di pianificare insieme il prossimo viaggio.
Il resto nella prossima puntata!
Il primo é che c'é gente che non sa ce ci sia il mare, anche se il mare con l'alta marea entra ed allaga la strade alla stregua di Venezia con l'acqua alta. Perché i portoghesi non abbiano costruito degli argini piú alti per evitare questo scomodo inconveniente ce lo stiamo ancora chiedendo.
Il secondo mistero é legato alle grafie che appaiono in moltissimi edifici e agli angoli delle strade. La "decepcionista" dell'ostello ci dice che sono simboli massonici, qui la presenza di sette era ed é costante, al punto che lei ammette che suo nonno, possessore di una bella fazenda lí vicino, é un affiliato. Tutto ció rende piú intrigante questo tranquillo porticciolo che vive di turismo e assai piú interessante la decepcionista che oltre a essere carina e simpatica é anche di buona famiglia! Comunque noi siamo esploratori del terzo millennio e preferiamo andare alla ricerca di spiagge nascoste a Trinidade (bellissima) o di comunitá nere nei quilombo, peccato solo che il tempo non fosse propizio a godere il mare di queste parti o le cascate che sono ormai una compagnia costante delle nostre escursioni.
Da Paraty che fa rima anche con l'ultimo açai degustato, la mia strada e quella di Massi si dividono, lui in rotta verso nord per l'imminente ritorno in Italia, io a sud alla ricerca di nuove ed emozionanti avventure. Un saluto noparico e la promessa di pianificare insieme il prossimo viaggio.
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