6.11.08

São Paulo

Sampa per gli amici. Si dice che chi ci nasce la adori e che il resto dei brasiliani la trovi invivibile.
È una metropoli a 2 facce: di giorno appare come un agglomerato di edifici altissimi che giocano a cavallina tra di loro secondo una disposizione random, senza logica apparente ne' senso del gusto.
Col buio la cittá si veste, l'oscuritá inganna i contorni tozzi degli edifici e li trasforma in luccicanti abiti di paillettes pronti a vivere la notte.
L'afa, il calore, le distanze improponibili e le file imbarazzanti spariscono con l'ultimo raggio di sole per lasciare spazio a scure avenidas dove le auto scorrono come palle da bowling verso i piú disparati sitili alimentari. Lultima moda é la temakeria giapponese, che per monte calorie si inquadra bene nelle diete e nei cibi light di cui i paulisti fanno incetta, soppiantando la popolare cucina italiana, messicana, libanese, spagnola, greca, francese..
São Paulo cuore multiculturale del Brasile, cittá fatta di figli di immigranti, banche e imprese piccole e grandi.
Sampa grigia e caotica, impreparata al turismo ma con un museo d'arte moderna di alto livello e una miriade di luoghi interessanti sparsi sulla maglia urbana come le stelle nel cielo australe.
Cittá difficile da girare a piedi, con dimensioni che vanno al di lá del buon senso europeo e uno skyline illimitato e scoraggiante, São Paulo é tale nella sua forma solo per circostanze legate alla speculazione, ma potrebbe essere in mille modi differenti e nessuno se ne accorgerebbe.
Per fortuna i paulisti lo sanno e si dimostrano gentilissimi e altamente ospitali, una specie di cordialitá da napoletano di buona famiglia in un contesto da Milano da bere, e su questo c'é da dire che é la cittá piú cara che ho visitato finora e probabilmente del Brasile intero.
Anche cosí é molto piacevole e la disponibilitá e la cordialitá di Tatiana, Alexandre e Ariane mi hanno molto sorpreso soprattutto per la capacitá di reggere lo stress del lavoro e del traffico ed avere ancora la voglia di sorridere e di aggiungere un por favor ogni volta che tentennavo ad accettare un loro invito.

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